Graffiti e dipinti dalle grotte
Tra le grotte preistoriche più conosciute in Europa vi è la grotta di Lascaux (Montignac, Francia), definita la “cappella Sistina” della Preistoria. Al suo interno sono state ritrovate pitture parietali interpretate come scene di caccia, o più recentemente rappresentazioni di costellazioni celesti viste dai nostri antenati.
Ma cosa li spingeva a realizzarle? Come lo si faceva in passato?
Proviamo a scoprirlo.
Quali soggetti riproducevano?
Solitamente le scene riprodotte dagli uomini preistorici erano molto semplici e legate alla loro quotidianità: oltre la caccia, tra le più comuni vi era la rappresentazione delle mani realizzate immergendole nel colore, soffiando con una “cannuccia” o tracciando il contorno con le dita sporche di colore.
Perché dipingevano e come?
Solitamente le ragioni di questi gesti vanno rintracciate nelle solite necessità umane di compiere riti propiziatori o magici, ma magari anche per il puro piacere artistico.
Lo si faceva con le mani, con pennelli naturali ricavati da rametti e foglie o persino con la bocca!
Quali colori utilizzavano?
Trattandosi di colori naturali ricavati da ciò che la natura metteva a disposizione non vi era molta varietà cromatica. Ma tra i colori più comuni troviamo:
NERO: carbone
ROSSO: ocra rossa
GIALLO: ocra gialla
BIANCO: argilla macinata
MARRONE: minerali che diventano scuri all’aria aperta
Altre forme d’arte
L’arte preistorica poteva assumere diverse forme: abbiamo detto della pittura ma vi erano anche i graffiti e le impressioni. Spesso si trattava di forme geometriche realizzate su vasi in ceramica.
Per saperne di più e provare con mano cosa si prova a dipingere con i colori naturali e con strumenti antichi, il nostro laboratorio di Preistoria potrebbe fare al caso vostro!