Theáomai!
Una parola che sembra un insulto, una maledizione, ma che in realtà è l'antico verbo greco dal significato di «guardare, essere spettatore».
Si tratta, quindi della parola usata per indicare il teatro nel mondo antico. In realtà la parola greca indicava, oltre che l’edificio per le rappresentazioni, anche quello per assemblee e orazioni.
IL TEATRO GRECO
Il teatro nel mondo greco fu un luogo di apprendimento per il cittadino, le messe in scena narravano le gesta mitiche degli eroi assoggettati al volere degli dei.
La tragedia riusciva ad evocare un tripudio di emozioni nello spettatore ed era incentrata sul piano etico e morale, la commedia invece veniva messa in scena per fare ironia su questioni politiche e, col passare dei secoli, quotidiane.
A partire dal V secolo a.C. la teatralità aprì le porte ad un pubblico di donne, bambini e schiavi: una novità non da poco visto che questi erano solitamente relegati a ruoli marginali della società.
I Greci in effetti utilizzarono il teatro come elemento discriminante nei confronti dei barbari, poiché gli stranieri non avrebbero avuto alcun interesse né avrebbero compreso in alcun modo la sacralità delle scene riprodotte.
IL TEATRO ROMANO
I primi cambi sostanziali avvennero nel teatro latino e poi romano.
Tito Livio racconta che i primi spettacoli furono sporadici, poiché itineranti e messi in scena in spazi preesistenti. Qualche volta veniva costruita una struttura apposita in legno.
Si deve ai Romani l’introduzione del genere satirico al quale furono accostate le danze e la musica.
Le commedie e le tragedie prendevano il nome di fabula palliata per i Greci e fabula togata o praetexta per i Romani, entrambe le denominazioni si ispiravano ai mantelli indossati dagli attori in scena.
Dal periodo imperiale il teatro mutò ulteriormente e divenne un tramite tra il popolo e l’imperatore con la pura funzione di intrattenimento.
Il teatro romano fu aspramente criticato, perché spezzò i canoni di raffinatezza e sacralità ereditati dai greci convertiti in toni popolari e villani, ricorrendo volentieri alla volgarità e ai doppi sensi pur di intrattenere i ceti meno abbienti.
L’architettura del teatro romano, derivata da quella greca, apporta tre principali novità: è fondata su una fitta rete di murature radiali e concentriche; è costruita in piano e non su un declivio naturale come quello greco; ha una forma chiusa con possibile copertura di un velarium.
Le parti essenziali del teatro in pietra erano la scaena, l'orchestra, la cavea (sedili), i vomitoria (entrate laterali). L’orchestra, nell’edificio greco, era destinata al coro, ma per i romani passa in secondo piano: i cori intervenivano direttamente sul palcoscenico. Inoltre a differenza dei Greci i Romani avevano il sipario.
Riguardo l’accesso al teatro, com’è noto nel Colosseo, si accedeva gratuitamente tramite delle arcate assegnate in base al ceto sociale.
Il permesso d’accesso era garantito da una tessera, ovvero una tavoletta d’osso con segni incisi, necessaria per indirizzare ciascuno spettatore verso i settori assegnati.
I posti a sedere all’interno del teatro era attributi in base al censo: in prima fila i senatori sedevano su morbidi cuscini; i cavalieri potevano sedere nelle retrostanti quattordici file; le donne e il resto del popolo sedeva ancora più in alto; le ultime file erano destinate agli schiavi.
IL TEATRO DI CATANIA
Le architetture che contraddistinguono il teatro romano si riscontrano anche in quello catanese.
Fu edificato nel II secolo d.C. in pietra lavica, materiale da costruzione che per Catania è quasi un marchio di fabbrica nelle architetture. La scelta di utilizzare questa pietra è esclusivamente da ricercare nella facilità di reperimento della stessa (i Romani, secondo i dettami di Vitruvio, preferivano costruire con materiali locali per ammortizzare i costi di trasporto).
Tale edificio, affiancato peraltro da un odéon («costruzione destinata a gare musicali»), fu costruito al di sopra di una struttura di età greca, diversamente interpretata dagli studiosi: alcuni ipotizzano fosse l’antico teatro, altri che si trattasse dell’antica cinta muraria di Catania. È certo che i blocchi di pietra fossero destinati ad una specifica e rilevante struttura grazie alla incisione KAT su questi.
Riguardo la presenza delle acque del fiume Amenano (di cui vi abbiamo parlato qui), soprattutto nell’area dell’orchestra, suscita spesso la curiosità dei visitatori: non ha nulla a che vedere con eventuali spettacoli navali per i quali non vi sarebbe stato lo spazio necessario, ma è dovuto all’abbassamento di livello del terreno a causa di eruzioni e terremoti.
Di certo questo contribuisce a rendere ancor più magico un luogo che di per sé è già ricco di fascino.